 Dribblato l'ultimo (si spera) tentativo di ricusazione del presidente  Casoria, l'aula 216 del Tribunale di Napoli ha riaperto le sue porte al  processo su Calciopoli, vicenda peraltro illuminata di nuova luce dai  riflettori accesisi sulla relazione di Palazzi, di per sé bastevole ad  abbattere definitivamente la cupola dai rapporti esclusivi di Luciano  Moggi.
Dribblato l'ultimo (si spera) tentativo di ricusazione del presidente  Casoria, l'aula 216 del Tribunale di Napoli ha riaperto le sue porte al  processo su Calciopoli, vicenda peraltro illuminata di nuova luce dai  riflettori accesisi sulla relazione di Palazzi, di per sé bastevole ad  abbattere definitivamente la cupola dai rapporti esclusivi di Luciano  Moggi.
Apertasi con la dichiarazione spontanea dell'ex assistente  Claudio Puglisi, è poi proseguita con le arringhe difensive degli  avvocati Giampiero Pirolo (per l'ex arbitro Antonio Dattilo), Claudio  Misiani (per il giornalista Rai Ignazio Scardina), Carlo Morace (per il  presidente della Reggina Pasquale Foti), Edda Gandossi (per Leonardo  Meani, uno dei protagonisti anche della relazione di Palazzi) ed infine  Giovanni Di Valentino (per l'ex assistente Puglisi).
Per la prossima  udienza, in calendario il prossimo martedì, 12 luglio, sono in programma  le arringhe degli avvocati Francesco Picca e Alfonso Furgiuele,  difensori dei Della Valle; poi, nel pomeriggio toccherà a Paolo  Gallinelli, in difesa dell'ex arbitro Massimo De Santis.
E' stato confermato, infine, che le arringhe finali e la sentenza slitteranno oltre l'estate, a settembre.
Questa la cronaca dell'udienza odierna:
Dichiarazione spontanea dell'assistente Claudio Puglisi:
Sono  stato uno dei top class, che ha partecipato a moltissime gare  internazionali e che si trova in questo processo per un'amicizia con  Meani ai tempi in cui questi faceva parte dell’Aia, prima di essere  tesserato del Milan. Sono stato definito un ultrà e questa definizione  la trovo davvero esagerata. Io avrei indossato durante un allenamento  una maglia di un giocatore del Milan, cosa priva di qualsiasi  fondamento. Faccio presente che le squadre ci facevano omaggio di  magliette. Ma io non nego la mia simpatia per il Milan, come altri  colleghi sono simpatizzanti per altre squadre, ma questo non pregiudica  nulla. Io ho fatto l’assistente delle gare del Milan fino all’ottobre  del 2003. In quel periodo si stanno componendo le terne per gli europei  del 2004 ed io sono tra loro. Vengo designato per Milan-Lazio e in  quella gara ho annullato un gol regolare alla Lazio, facendo un errore.  Da quel momento non ho avuto più la possibilità di essere designato né  per il Milan né per altre squadre importanti. E questa cosa mi sembrava  strana. Aprile 2004: la Commissione Arbitri Nazionale mi designa per  Milan-Chievo. Certamente non sono intervenuto per avere questa  designazione. Ebbene, in quella gara non c’è nulla che mi si possa  attribuire, anzi in quella gara viene annullato un gol regolare al Milan  dall’altro assistente. Mi si accusa di aver ricevuto telefonate di  Meani in occasione di quella gara. Erano certamente telefonate di  circostanza, lui era un amico di lunga data e, sapendo quello che  pensavo del mondo arbitrale, non si sarebbe mai permesso di fare  pressioni. Mi si dice che si sarebbe dovuta denunciare la telefonata  fatta in modo scherzoso a Babini in cui si dice: “stai su stai giù”. E  poi quel guardalinee annulla un gol regolare al Milan! Un giudice  giudica leggendo, verificando; l’arbitro e l’assistente hanno un secondo  per decidere, con soggetti in movimento. Quando un arbitro riesce ad  arrivare ai massimi livelli sa che è vivisezionato dalla stampa in tutti  gli episodi e spesso si dimenticano quelli positivi evidenziando solo i  negativi. Essere sui titoli, messo alla gogna, non penso che sia la  massima aspirazione per un arbitro. Sono qua senza alcun problema, ma  senza sapere quale è stato il mio reato. Vi ringrazio e vi auguro buon  lavoro.
Avvocato Misiani, difesa Scardina.
A  Scardina viene contestata l’associazione per delinquere per due tipi di  condotta: per avere fatto dei servizi compiacenti volti a tutelare il  sodalizio di Moggi e per avere indotto l’ex presidente dell’Ancona  Pieroni dall’astenersi dal fare dichiarazioni contro Moggi. Devo subito  dire che, a mio giudizio, dalla fase dibattimentale non sono emersi  elementi di accusa, ma addirittura di innocenza, di Scardina. Ma non è  così per l'accusa! Narducci ha parlato di servizi che adulavano gli  amici e mettevano in cattiva luce i nemici, basandosi sulle  dichiarazioni della Sanipoli e di Varriale. La Sanipoli è stata qui ed è  sembrata più che altro una persona confusa, che non sapeva come  funzionava il suo ufficio, che si lamenta di non aver potuto seguire  spesso la Juve, salvo poi dire che quelle gare in cui la seguiva erano  di poco significato. Una teste che, come risulta dalla sentenza del  Tribunale di Roma (che deposito), che ha deciso negativamente per lei la  causa di mobbing, è stata utilizzata come doveva essere utilizzata per  contratto. Lo stesso Varriale ci ha detto che le mansioni di venerato  erano diverse da quello che doveva fare la Sanipoli. Venerato era quello  che faceva il pezzo di appoggio. Dal 2000 al 2004 la Sanipoli fa  mediamente oltre 100 giorni di trasferte, con Scardina. Quando va via  Scardina ne fa la metà. Credo di poter concludere con le parole della  teste, quando le è stato chiesto quante trasferte ha fatto, Lei,  Dottoressa, Le chiese: 'Possiamo dire circa 400'? La Sanipoli rispose:  'Molto meno!' Varriale ha detto di aver subito un embargo per problemi  con Moggi. Ma lo stesso Varriale parla di un alterco con Moggi, quindi  che cosa c’entra Scardina?
Anzi, la presenza di Moggi in trasmissione  significava aumenti di ascolto e quindi lo stesso Scardina si preoccupa  di ricucire la situazione per vedere se si poteva ancora avere la  Juventus in trasmissione. Quello che l’accusa ha provato a fare è far  passare che Scardina metteva al posto della Sanipoli, giornalista, dei  collaboratori che non potevano svolgere quel lavoro. Ed invece, quelli  che venivano chiamati collaboratori erano dei giornalisti professionisti  che per questioni contrattuali non erano ancora assunti e si trovavano  in uno stato in cui dopo qualche anno ci sarebbe stata l’assunzione. Per  fare i pezzi di appoggio era necessario avere qualcuno che avesse dei  rapporti di particolare amicizia, perché bisognava fare interviste prima  e dopo la gara. Quindi la Rai si avvaleva di tre collaboratori per le  tre squadre maggiori tra cui Venerato per la Juventus. Anche la  telefonata utilizzata dall’accusa per provare la colpevolezza di  Scardina, quella in cui Venerato si lamenta con moggi per non essere  stato mandato a fare Lecce-Juventus, non prova nulla, perché Venerato in  quella telefonata, come in tutte le altre, non ha mai chiesto nulla, ma  si è solo lamentato. Se Venerato è il giornalista caro a Moggi e  Scardina è colui che dovrebbe garantire questo stato di cose, perché non  lo avrebbe mandato? Tra l’altro in quella giornata Venerato fece  un'intervista a Zeman nella quale il boemo non parlò della partita ma di  tutt’altro. Abbiamo poi quello che sarebbe il secondo comportamento,  quello relativo a Pieroni. Secondo l’accusa, Scardina fu sollecitato da  Moggi perché Pieroni tacesse. Tacesse per evitare di accusare Moggi di  quello che gli era successo. Pieroni aveva fatto un'intervista a  'Repubblica' e Scardina corre da Pieroni per farlo tacere. È lo stesso  Pieroni a dire che chiamò Scardina per fare un'intervista e Scardina gli  mandò un giornalista. A domanda di Narducci, egli disse che  l’intervista a 'Repubblica' avvenne dopo, la prima fu quella con la Rai.  E a domanda del pm se Scardina avesse chiesto di ritrattare, Pieroni  risponde che nessuno gli ha chiesto nulla anche perché lui non aveva  nulla da ritrattare.
Ma c’è dell’altro perché, secondo i pm, Scardina  viene mandato da Moggi, adempie al suo compito e ottiene uno sconto  sull’acquisto di un’auto. Inizialmente si disse che aveva ricevuto  l’auto gratis, poi egli porta le ricevute e allora si dice che ha avuto  uno sconto. La telefonata che sarebbe la prova regina è del 1° febbraio  2005, l’intervista di Scardina a Pieroni è del 5 febbraio 2005. Quindi  c’è la promessa di qualcosa prima che avvenga il fatto. Preveggenza o un  colloquio tra amici in cui uno chiede ad un altro un piacere? Vi è  ancora un aspetto. Nel capo di accusa si parla di “diversi giornalisti  utilizzati per favorire il sodalizio”. Ma poi, l’imputato chi è? Il solo  scardina! Scardina avrebbe fatto tutto questo attraverso servizi non  suoi ma di giornalisti compiacenti. Ma di questi non c’è nessuno qui  presente. E quali sarebbero questi servizi compiacenti? Non c’è un solo  servizio indicato dalla Procura anche per capire che cosa intendano per  servizio compiacente, al di là del diritto di critica e di cronaca. Ma è  stato escluso in altro giudizio, perché Scardina, oltre a subire questo  processo penale si è beccato, anche un procedimento alla Corte dei  Conti, che ha dichiarato la carenza di giurisdizione, perché non c’è  nessun servizio che possa dirsi non aver rispettato tutti i crismi che  deve rispettare un servizio giornalistico. Le prove contro Scardina sono  nulle, non c’è alcuna prova che egli abbia tutelato la cupola creata da  Moggi. Per il reato di cui al 416 ci vuole la consapevolezza di ogni  associato di far parte dell’associazione e che con i suoi atteggiamenti  favorisca l’associazione. Nessuno di questi elementi è emerso  dall'istruttoria dibattimentale. I colloqui telefonici sono tutti con  Moggi e tutti in chiaro e in questi contatti non vi è alcuna traccia  degli elementi previsti dal 416. Due ultime parole sulle parti civili.  Tutte, tranne la Rai, anche se costituite contro Scardina non hanno  concluso nei suoi confronti; anzi l’avvocato della Figc ha ammesso che  non ha visto emergere alcunché nei confronti dei giornalisti. Unica  eccezione è la Rai. La Rai, a mio giudizio, è andata oltre. Secondo la  Rai sarebbero emersi elementi a carico di Scardina. elementi dati  dall'utilizzazione di Venerato al posto della Sanipoli e dalle griglie  che venivano disattese da Scardina. Parlo di malafede della Rai, perché è  stata legittimata passiva nel processo di mobbing della Sanipoli a  Roma. La Rai era datore di lavoro di colui che avrebbe fatto il mobbing  alla Sanipoli, cioè Scardina. Ebbene in quella sede la Rai difende  Scardina dicendo che non vi è stato mobbing e poi viene qui a dire il  contrario, che Scardina averbbe mandato Venerato al posto della  Sanipoli. E se la Corte dei Conti ha detto che non vi è stato alcun  danno patrimoniale, che danno mi stai chiedendo? Chiedo l’assoluzione  perché il fatto non sussiste.
Avvocato Pirolo per Dattilo.
Questo  processo mi ha insegnato che l’obbligatorietà dell’azione penale è un  principio non attuato perché davanti a situazioni analoghe per alcuni si  è proceduto, per altri no. Per alcuni la titolarità di una scheda è  un'utenza a sbafo, per altri la prova della partecipazione  all'associazione. Vengono contestati a Dattilo, per Udinese-Brescia,  alcuni comportamenti, sulla base di una telefonata di Moggi e Giraudo.  Le giuro che che da almeno 15 anni io e un mio amico, entrambi tifosi  del Napoli, a metà partita e alla fine della stessa commentiamo le  ammonizioni del Napoli e della squadra che giocherà con il Napoli la  settimana dopo. Figuratevi il direttore e l’ad della Juventus. Ebbene  nessuno dei tre giocatori ammoniti dell'Udinese era diffidato e  l’espulsione di Jankulovski non era nemmeno stata vista da Dattilo, ma  dal guardalinee che comunica all’arbitro la gomitata. Quale sarebbe la  condotta di dolo del Dattilo, che ha invece creato un danno alla  Juventus perché ,quando durante la settimana una squadra si lamenta,  probabilmente si ha un occhio di riguardo la settimana dopo. A  corroborare questa partecipazione all'associazione ci sono altre due  partite del Dattilo, una della Reggina e una della Juventus come quarto  uomo. Io ho depositato il regolamento della Federazione, che dice che il  compito del quarto è di segnalare le sostituzioni all’arbitro, quindi  quale potrebbe essere la frode sportiva in questi casi? Un’ultima  annotazione. Spesso si è legato l’episodio di frode alle telefonate. È  singolare che il 26.9.2004 il Dattilo non è possessore della scheda. Non  mi interesso del fatto se lui sia titolare o meno della scheda ma, se è  la sua, la scheda viene utilizzata per la prima volta nel febbraio 2005  e la partita è del settembre 2004. Nella sentenza del gip De Gregorio,  gli arbitri nella stessa posizione di Dattilo sono stati assolti. Si è  detto: non basta il possesso di una scheda per parlare di associazione,  le conversazioni possono riguardare fino a prova contraria qualunque  argomento e, poi, si deve dimostrare il collegamento tra quello che si  dice nelle telefonate e quello che poi avviene nel campo. Altro  elemento: la telefonata tra Baldas e Moggi in cui Moggi gli chiede di  non infierire. Ebbene, Dattilo, dopo la cappellata di Udinese-Brescia,  arbitra in A dopo 4 mesi,. Dopo un mese di sospensione, torna in b (che  vale il 50% di quello in A) o fa il quarto in A (che ha rapporto  economico di 1 a 10). Mi viene da dire: il Dattilo è stato massacrato  dall’opinione pubblica e dai designatori. A mente non ricordo una  sospensione più lunga! Lui non ha nessun vantaggio dall’associazione e  nemmeno l’associazione ha vantaggio dal suo comportamento. Nulla di  nulla. Dattilo non ha mai diretto nessuna delle squadre a torto o a  ragione coinvolta. Concludo per l’assoluzione perché il fatto non  sussiste.
Avvocato Morace per Foti.
Nei  colloqui scarni tra Moggi e Foti non si parla mai di alcunché di  rilevante attinente ad arbitraggi, griglie, sorteggi. Non vi è alcun  interesse per Moggi e la Reggina, né tra io contatti tra i designatori e  Moggi si parla mai di Foti e della Reggina calcio. Dai colloqui tra  Foti e Bergamo non si dice mai che vi sarebbe stato qualche volta un  colloquio tra Bergamo e Moggi sulla Reggina calcio. Il pm ha richiamato  il colloquio del 24-10-2004 dopo Chievo-Reggina. Non vi è nulla di  rilevante, ma solo lo sfogo di Foti a Moggi di sentirsi massacrato. E  comunque, se questa è l’unica del pm, noi ne abbiamo altre che vanno in  contrasto con la tesi accusatoria: se andiamo a prendere in esame  l’aspetto della moviola, il 20 settembre 2004 tra Moggi e tale Fabio si  discute della giornata di campionato e Moggi chiede di salvare  Trefoloni, il quale il giorno prima ha arbitrato male la Reggina.  Emblematica in questa assenza di collegamento tra Moggi e la Reggina è  proprio la gara tra i calabresi e la Juventus di cui si è tanto parlato.  Da questa partita è scaturito anche un danno alla Reggina. Altro  aspetto è quello relativo all'elezione del presidente della Lega e in  quella occasione Moggi in alcune conversazioni dice chiaramente che non  sa per chi voterà Foti, chiamandolo don Abbondio. E questo sarebbe un  personaggio vicino a Moggi? Ancora: noi abbiamo la prova tralasciata dal  pm che Moggi non solo non ha a cuore la Reggina, ma addirittura non  spende nemmeno una parola per i calabresi. È la conversazione  intercettata indirettamente il 3.12.2004, prima di Reggina-Brescia.  Anche il collegamento tra la Gea e la Reggina è stato esaltato sulla  base di una telefonata in cui Cellino parla di questo fatto utilizzando  la frase “si diceva”. Ma passiamo alle singole partite contestate:  Reggina-Brescia. Già questa gara, finita 3 a 1 per il Brescia, smentisce  l’impianto. Il giorno prima abbiamo una conversazione tra Foti e  Bergamo. Bergamo lo rassicura di stare tranquillo. Auricchio nel suo  esame ha ammesso di non avere mai attenzionato le gare della Reggina,  che fino a quel momento aveva subito dei torti arbitrali. Racalbuto era  accusato a ragione dal Foti di essere stato la causa della sconfitta  della Reggina a Messina il 31 ottobre. Quindi quando Foti dice lo  ammazzo”, non significa 'lo ammazzo se non mi favorisce', ma bensì lo  ammazzo se sbaglia di nuovo! Se Foti avesse potuto condizionare la  griglie, non avrebbe messo Racalbuto che veniva da quella esperienza!
Foti  si trova in una situazione particolare. Racalbuto ha delle utenze  svizzere secondo l’accusa. Noi abbiamo la frase di Bergamo: “Fagli una  telefonata, stai tranquillo”. Ebbene: risulta una telefonata su qualche  utenza di Racalbuto con Bergamo prima di quella gara? No, assolutamente  no! Quindi è un riscontro negativo alle idee dell'accusa. Il pm ha fatto  riferimento a contatti tra Moggi e Bergamo e Moggi e Racalbuto. Per i  primi non possiamo ritenere che avessero ad oggetto quella partita e  sono anche successivi a quella partita. Non vi è una ragione plausibile  per ritenere che essi abbiano parlato di Reggina-Brescia. E poi evoca  un’altra conversazione del 3 dicembre tra Moggi e Racalbuto. Qui la  fortuna di Foti: questa conversazione l’abbiamo per caso trascritta agli  atti. Ce ne parla Di Laroni. Moggi parla con Garufi e risponde a una  telefonata da un altro telefono, utenza estera, quella di Racalbuto. E  dice: 'Oh, la peggiore che ti poteva capitare, però tu fai una partita  regolare senza regalare niente a nessuno, con regolarità'. Quindi, gli  dà consigli tecnici, di non farsi prendere dall’ambiente, l’esatto  contrario di quanto presupposto dai pm! E se poi riteniamo che sul 2 a 0  per il Brescia l’arbitro nega un rigore chiaro alla Reggina, vorrei  sapere quale sarebbe il vantaggio ottenuto dalla Reggina in questo caso!  Faccio un passo indietro. Nelle prime 4 gare di campionato la Reggina  ha subito danni da parte degli arbitri, con Chievo, Lazio, Milan e  Messina. ecco come si deve leggere il rapporto tra Foti e Bergamo. Altra  intercettazione, quella di Udinese-Reggina. Si parla degli errori  arbitrali e Bergamo dice a Foti che il loro lavoro è difficile e non  sempre si riesce a fare le cose giuste, ma spera che la loro amicizia  non si intacchi e Foti risponde: 'Mai!'.
Su Reggina-Cagliari c’è poco  da dire. Questa gara vede una causale erronea: si dice che De Santis  avrebbe agevolato la Reggina. Ebbene: De Santis subentra a Rosetti in  quanto Rosetti aveva avuto un problema con la moglie. Bergamo chiama  Foti e lo informa del problema, così come chiama Cellino. Rosetti è un  arbitro certamente al di sopra di tutto e perché mai Bergamo si dovrebbe  preoccupare di chiamare i presidenti per dire 'non ti preoccupare  ecc.'. Foti ha rapporti colloquiali con Bergamo, quindi per lui i due  arbitri stanno sullo stesso piano, anzi non è che De Santis fosse un  arbitro favorevole alla Reggina, di lui Mazzarri si era lamentato  spesso.
Su Palermo-Reggina è già stato giudicato ed assolto Pieri in  abbreviato. Ed è stato assolto anche in riferimento alla posizione di  Foti: scarne prove a carico e rilevata la mancanza di prova per un  contatto tra Bergamo e Pieri.
Chiudo sottolineando come la posizione  di Foti alla luce, anche delle nuove emergenze che hanno portato alle  conclusioni di Palazzi dei giorni scorsi, debba essere rimodulata. Tutti  telefonavano ai designatori ed in più le telefonate di Foti facevano  emergere la condizione di chi riteneva di doversi difendere da torti  subiti. Si chiede l’assoluzione perché il fatto non sussiste o per non  aver commesso il fatto.
Avvocato Edda Gandossi per Meani.
La  domanda che mi faccio è: perché Meani è qui? È perchè è stato  intercettato? Meani non era iscritto nel registro degli indagati e il  fatto che il telefono possa essere ritenuto utile intercettarlo, non è  vero, in quanto solo dopo un paio di mesi dall’inizio delle  intercettazioni ci sono state due o tre telefonate per le quali egli si  trova qui. Quale era il suo profilo indiziario al momento in cui si  comincia ad intercettarlo? Che motivo c’era? Quali elementi potevano  esserci in marzo per ritenere che Meani potesse essere vicino  all'associazione? Ed invece sia nelle informative di Auricchio sia nelle  requisitorie dei pm meani è chiamato in causa ogni tre per due! Non si  può continuare a distorcere i fatti! Se anche vogliamo risolvere la  questione iniziale, cioè il momento in cui è stato emesso il decreto  autorizzativo delle intercettazioni, rimane aperta la questione  dell'utilizzabilità oggi, dal 2009 in poi, delle intercettazioni.  Produco una sentenza successiva alla vostra ordinanza, quella relativa a  Preziosi. Questa sentenza ostinatamente richiama i principi  costituzionali, principi che ribadiscono che il mezzo di prova  dell'intercettazione deve essere necessario, per reati di estrema  gravità.
Veniamo ai capi di imputazione: è necessario citarvi due  intercettazioni, una tra Carraro e Bergamo, nella quale il primo chiede  una relazione su 42 persone e dice: 'Mi vergogno di essere il presidente  della Federcalcio'. Lo stesso tono utilizzava Cellino, mai indagato,  che in udienza dice che sono impuniti, mediocri e non rispondono a  nessuno e 'Non mandatemi De Santis!' Ebbene, che diversità c’è nel  tenore e nei contenuti tra queste telefonate e quelle che ci hanno  portato qui oggi? Vi chiedo di rilevare il numero delle telefonate con  Bergamo e Pairetto. Con Bergamo sono tre in tre mesi, una per fargli i  complimenti, una in cui gli chiede il numero di galliani e poi un’altra.  Con Pairetto solo due in tre mesi. Intrattiene invece svariati rapporti  con arbitri e guardalinee. Ma che tipo di rapporti sono? Non riuscirete  a leggerle tutte ma, vorrei segnalarvene alcune. Una con Morganti in  cui parlano del derby e Morganti dà un giudizio che solo ad un amico  puoi dire: “La prerogativa di cagarsi addosso è la loro non la vostra”; e  poi un’altra in cui Meani dice a Rodomonti: “Ti ho fatto prendere anche  7 da Cecere” e poi, dopo altre cose, Meani dice che darà il numero al  presidente per fargli fare un trapianto. Questi sono i rapporti! In  quattro mesi di intercettazioni non c’è una sola richiesta, pressione o  quant’altro.
Telefonata tra Meani e Babini: sapete che, quando si è  in attesa che l’interlocutore risponda, è già intercettato, e qui Meani  dice ad un interlocutore: 'Senti questa'. E poi dice a Babini: 'Noi  siamo sempre buoni, capito, anche se siamo avanti due metri'; e Babini:  'Non fare lo scemo'. In seguito Babini dice che con questa designazione i  designatori hanno fatto capire che è tutta una porcheria perché questa  partita lo mette in difficoltà. 'Loro ci mettono il cappio al collo,  anche perché il Chievo è una partita difficile, perché loro fanno  movimento e poi magari accade che annullo un gol buono'. Ho provato a  contare quante volte c’è l’inciso “ride” nelle trascrizioni. Solo in  questa telefonata c’è sei volte, mentre non c’è nelle altre di altre  persone, quindi è evidente che sono chiamate che avvengono in un clima  di cordialità e di amicizia.
Si è detto che ci vuole il dolo: ebbene,  Meani dice a Babini: 'Se ti mandano lì è perché sanno che non farai  cagate'. Lo stesso tono si ha con Collina. Si ride del problema della  designazione di Babini.
E Babini effettivamente, come temeva,  sbaglia. Ma se vi leggete la rassegna stampa vedrete che rispetto  all’errore di Siena vi è una reazione diametralmente opposta. Ci sono  reazioni dell’allenatore, che dopo Siena, e qui lo ha confermato, ha  detto che pensavano che realmente ci fosse qualcosa contro di loro; e  dopo l’errore di Babini dice che che questa del Chievo è diversa  rispetto a Siena, più difficile da valutare. Sull’errore di Babini Meani  parla anche con Contini che chiede se ci sono stati incidenti e Meani  dice: 'Sì, pronti via e si sono accaniti contro Babini che non c’entra  niente'. 'Accaniti chi?' chiede Contini. 'Il Milan', dice Meani 'perché  il gol di crespo era regolare'. Non vi è alcun cenno e voi ricorderete  una telefonata più volte citata dal pm di un dirigente di altra squadra  che commenta con Mazzini proprio la designazione di Babini e Puglisi.
Per  quello che riguarda le designazioni di Puglisi, vi chiedo di farmi  sapere in quali telefonate si parla di questa circostanza. Mancano le  telefonate di Mazzei. Anzi c’è una telefonata tra Bergamo e Pairetto in  cui Bergamo dice che è due mesi che avrebbero dovuto mandare Puglisi e  che toccava a quella giornata; e Pairetto acconsente.
Ci sono poi 2  telefonate successive tra Meani e Pairetto, dopo Milan-Juventus, che di  fatto spegne le speranze scudetto. Il Milan sta proseguendo il cammino  in Champions League, e Pairetto era delegato alle designazioni. Meani  dice che per lui il risultato giusto era il pari. Vi è stato un errore  di Collina per un mancato rigore su Cafu. Dice Pairetto: 'E c’era  Collina, pensa se c’era un altro, mamma mia!'
Va anche considerato il  ruolo di Mazzei. Qui Martino ci ha detto che Mazzei preparava i  guardalinee prima del sorteggio e poi, successivamente al sorteggio,  cambiavano se era necessario: magari, se in una gara in cui erano stati  inseriti due assistenti poco esperti capitava un arbitro giovane, si  cambiava la terna.
Ho visto le sentenze in tema di dolo citate dal  pm. Il dolo deve essere provato e motivato e ritengo che in questa  istruttoria non vi siano stati elementi per ritenerlo. Anzi vi sono  molti passaggi, anche nella telefonata tra Bergamo e Meani del maggio  2005, in cui è chiaro che l’unica persona in buona fede è Meani. Meani  chiede a Bergamo se per l’ultima in casa con il Palermo può mandare i  due assistenti per dare loro un contentino alla loro carriera.
Per questo motivo chiedo l'assoluzione perché il fatto non sussiste.
Avvocato Di Valentino per Puglisi.
Si  è detto che il reato di cui si parla è a dolo specifico, ma una  condotta deve pure esserci. Io vi invito ad esaminare le condotte di  Puglisi per la partita infrasettimanale di cui si parla. Il pm dice che  si tratta di atti fraudolenti che si sostanziano nelle telefonate. Io  ritengo che non vi siano i presupposti per il reato. Puglisi vi ha  illustrato il suo curriculum, uno dei primi tre della categoria. Basta  leggere l’interrogatorio all’udienza del 13 novembre per capire chi è  Puglisi. Egli ricorda che era un tifoso del Milan, che non aveva mai  diretto la Juve in quell’anno e che da un anno e mezzo non veniva  designato per il Milan da quando, l’anno prima, non aveva visto un  passaggio di mani di Sheva in un gol convalidato da Collina che era  l’arbitro. Era difficile che un guardalinee stesse fuori dal giro di una  squadra per un anno e mezzo. Puglisi non era uno gradito dai  designatori al punto che, pochi giorni prima della gara incriminata,  Puglisi viene mandato in Africa ad arbitrare una gara tra due Nazionali.  Andiamo a vedere che il rapporto che viene fuori dalle intercettazioni è  questo rapporto di Puglisi con Meani, rapporto che vi ha spiegato  stamattina. Il fatto che Puglisi sia amico di Meani non è certo un reato  e questo Meani ha due vizi: uno di telefonare, l’altro di usare un  linguaggio scurrile. Nelle diverse telefonate che il pm mette a  disposizione del tribunale il Puglisi non c’entra niente. C’è una  telefonata tra Meani e Copelli, ce n’è una di Meani e Contini, ma di  Puglisi non si parla mai. Tra Meani e Puglisi intercorrono telefonate in  cui si giudicano altri personaggi. Succede poi che c’è la gara del 20  aprile, che si prepara con una serie di telefonate che indico in modo  particolare perché vengono messe un po’ troppo insieme dal pm. La prima è  quella tra Meani e Mazzei quando Meani si lamenta dell’errore della  partita precedente e chiede che al Milan vengano mandati due guardalinee  intelligenti. Lo stesso giorno Meani fa intendere che è supervelenoso  (forse Galliani) e “Mandaci anche a noi il consolo della situazione”  commentando l’attività di questo guardalinee che facendo gare della Juve  si fermava a centrocampo.
Altra telefonata del 18 aprile quando  Meani riceve una telefonata di Collina e Collina gli dice 'Ho visto che  sei potente', perché ha visto questa designazione di Puglisi, e Meani:  'Basta tiragli le orecchie'. E poi parlano di Puglisi dicendo che è un  bravo ragazzo, che è per le cose giuste. Abbiamo poi un’altra di Meani a  Messina dove dice che gli ha tirato le orecchie. E poi abbiamo un’altra  tra Meani e Babini in cui Babini dice che è una designazione che fa  ridere. E poi l’ultima tra Meani e Stagnoli in cui gli dice che hanno il  culo sporco perché glielo mandano nelle ultime partite. Sembra che ci  sia un aiuto, ma a ben vedere l’aiuto non c’è, perché mandarlo a fare  una partita difficile dove è facile sbagliare non è certo un aiuto.
Io  vi faccio notare che non esiste una sola richiesta di Puglisi ai  designatori di andare a fare il Milan. È in conflitto con i designatori,  non è lui che ha chiesto a Meani di essere mandato al Milan. Mai! Meani  poi è uno che si muove autonomamente e tira fuori a volte anche Puglisi  senza avvisarlo. Quando poi sa che sono designati, prima chiama Babini e  poi telefona a Puglisi e racconta quello che Babini ha detto, sempre  ridendo. Dopo la gara non ci sono altre telefonate tra i protagonisti.  Abbiamo prodotto una relazione di un esperto in cui si dice che il  comportamento di Puglisi in quella gara è stato senza ombra, anzi forse  anche un po’ duro quando fa cacciare fuori Costacurta dalla panchina,  dopo l’annullamento del gol di Crespo. Le telefonate che riceve da Meani  sono solo di comunicazione che un amico di sempre gli fa quando va a  dirigere una partita del Milan. Non c’è mai un accenno di qualsiasi tono  di accordi. Ritengo che sia da valutare questa designazione, si pensa  da parte del pm che questa designazione sia stata a favore del Milan.  Invece è stata una designazione pericolosa. Babini dice che il Chievo  gioca molto alto, quindi vi è possibilità di errore, il Chievo sta anche  retrocedendo e quindi andrà a Milano per giocarsi la partita. Ebbene,  mandare Puglisi a fare questa partita non è un favore fatto a Puglisi e  forse nemmeno al Milan. L’elemento materiale quindi non c’è, il suo  comportamento è corretto ed è un comportamento nel quale raccoglie delle  confidenze di un amico. Manca poi il dolo specifico di modificare il  risultato del campo di questa partita. Per questo ritengo che debba  essere richiesta l’assoluzione con la formula più ampia, anche perché la  giustizia sportiva aveva ritenuto che quei fatti non fossero un  illecito sportivo, ma solo che non aveva denunciato il fatto.
Udienza del 5 luglio 2011 - Il giorno di Meani
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