 Nell'aula 216 del Tribunale di Napoli si è tenuta un'importante udienza del  processo su Calciopoli, la penultima prima della sospensione per le ferie  giudiziarie. Dopo il consueto appello, l'udienza, guidata al solito con mano  ferma dalla presidente Casoria, si è aperta con l'arringa dell'avvocato Alfonso  Furgiuele, difensore di Andrea e Diego Della Valle e dell'a.d. viola Sandro  Mencucci.
Nell'aula 216 del Tribunale di Napoli si è tenuta un'importante udienza del  processo su Calciopoli, la penultima prima della sospensione per le ferie  giudiziarie. Dopo il consueto appello, l'udienza, guidata al solito con mano  ferma dalla presidente Casoria, si è aperta con l'arringa dell'avvocato Alfonso  Furgiuele, difensore di Andrea e Diego Della Valle e dell'a.d. viola Sandro  Mencucci.
Avvocato Furgiuele: Questo processo ha  avuto un'ipertrofia mediatica dovuta all’interesse per il calcio che c’è in  Italia. Ma io ritengo che sia anche deteriore ai fini della corretta visone  della realtà e dei temi fondamentali. Ricordo una commedia di tanti anni fa in  cui Albertazzi diceva che c’è una notizia, dopo di che cominciava il meccanismo  dell'informazione che continuava ogni giorno a portare nuove notizie e alla fine  quella era una coltre che copriva la notizia. Questo ha orientato il mio  intervento. Ho provato a liberarmi dalla marea di informazioni che arrivavano  qui e che non avevano granché a vedere con i tempi che dobbiamo dibattere. Ho la  sensazione che forse questa ipertrofia celi nella sostanza una carenza, una  gracilità della fattispecie di reato, I capi di imputazione: mi rendo conto che  tutto il resto è un arricchimento che va fuori dai binari necessari. In questa  ottica proverò a non ripetere nulla. La linea è semplice: primo, l'inquadramento  della fattispecie di reato, ricostruzione della tesi accusatoria di fondo, cioè  l’ipotesi della Procura lasciando all’avv. Picca l’esame di quelli che io  definisco semplici indizi, tenendo presente lo schema dogmatico che proverò a  fare. Ebbene, i capi di imputazione sono 3: il capo a5 (Chievo-Fiorentina, 8  maggio), a10 (Lecce-Parma del 29 maggio) e a9 per il solo Diego Della Valle  (Lazio-Fiorentina del 22 maggio).
Per il primo. Il legislatore ha individuato  un'ipotesi di reato specifica dove il soggetto corruttibile deve avere un ruolo  nel mondo del calcio. Non ogni comportamento è punibile. Non se io dico:  combiniamo l’incontro, facciamo vincere questo o quest’altro, ma ci vuole una  proposta ben precisa, si deve concretizzare nell'offerta o promessa di denaro o  di un vantaggio per sé o per altri. Solo a queste condizioni c’è la punibilità.  Rispetto a questa prima fattispecie ve n'è poi una residuale, la quale punisce i  comportamenti consistenti in atti fraudolenti volti ad alterare il risultato di  una competizione sportiva. Se vi è una ipotesi residuale, dobbiamo pensare che  questa ipotesi copra un ambito di ipotesi diverse di quella di cui alla prima  parte, non può comprenderla, perché altrimenti non avrebbe senso. Che tipo di  reato si è costruito, quindi: si è detto che si tratta di un delitto di  attentato, ma ciò è profondamente sbagliato. Il delitto di attentato prevede la  punibilità di chi commette un fatto diretto a distruggere, quindi la punibilità  scatta non per la tipologia della condotta, ma per la sua attività. Quindi a  forma libera, basta un qualsiasi fatto purché sia diretto a realizzare  l’obiettivo. Nel nostro caso non è così. Questo è un reato di pericolo, perché è  sufficiente realizzare delle condotte volte a realizzare un altro obiettivo e la  fattispecie si realizza anche se l’obiettivo principale non si realizza. È un  reato a condotta vincolata. Vi devono essere atti fraudolenti, che devono essere  qualcosa di diverso dalla semplice istigazione. Quindi, che cos’è atto  fraudolento? Si può dire: è fraudolento perché è finalizzato a realizzare il  risultato illecito. Pensare che la direzione dell’atto verso un obiettivo  censurabile sia sufficiente ad attribuire alla condotta la connotazione di  fraudolenza è molto pericoloso perché altrimenti si ricadrebbe nell'ipotesi del  delitto di attività dove ogni condotta è punibile. Qui il legislatore ha voluto  prevedere un'ipotesi di condotta alternativa alla condotta tipica di cui al  primo comma. Se così non fosse, non ci sarebbe stato bisogno di una  differenziazione come invece è avvenuto. La direzione degli atti fraudolenti non  è di per sé sufficiente a contenere il senso della fraudolenza. Si deve quindi  aggiungere la direzione alla condotta, non è il fine fraudolento che rende tale  la condotta ma la condotta deve essere di per sé già fraudolenta. L’espressione  “volta” contiene in sé sia profili di carattere oggettivo che soggettivo. Quando  il legislatore parla di comportamento “volto a” indica che la condotta deve  avere una sua oggettiva direzione all’ottenimento del risultato  indipendentemente dalla volontà di chi lo compie. È necessario che vi sia almeno  un atto che presenti i caratteri della fraudolenza. Il Pm nel capo di  imputazione ha avuto cura di individuare la condotta fraudolenta, esattamente  dal suo punto di vista, il che rende valido il nostro discorso. Egli ha  contestato “atti fraudolenti consistiti nell’alterare nella corretta procedura  di individuazione della griglie arbitrali e il successivo sorteggio”. Il pm  l’atto fraudolento l'ha individuato perché sa bene che non basta la direzione,  l’essere volto, ma serve un atto fraudolento e nel dibattimento il Pm ha cercato  di dimostrare che era possibile pilotare i sorteggi. Questo è il tema  fondamentale! Se le cose stanno così, allora domandiamoci: una condotta della  serie “da' un occhio di riguardo”, una raccomandazione, integra l’atto  fraudolento? È un discorso affrontato spesso nei rapporti con la P.A. Una mera  segnalazione non può integrare la fattispecie dell’atto fraudolento. Il  segnalare qualcosa a qualcuno, se non è punito di per sé, non può essere  condotta fraudolenta. L’atto fraudolento non può avere in sé la sola istigazione  che se non si concretizza nella consumazione di un atto fraudolento perché non  raccolta, non è punibile. Profilo psicologico: tutti questi temi riguardano il  profilo oggettivo. Il profilo soggettivo è quello della condotta specifica. Il  problema che si pone: il concorrente dell’istigazione è punibile? Se l’atto  fraudolento non è compiuto non c’è reato, se l’istigazione viene accolta non  automaticamente viene punita l’attività dell’istigatore. Ancora un esempio è  quello della raccomandazione. Se chiedo a un pubblico ufficiale un aiuto, un  occhio benevolo. Il pubblico ufficiale commette un falso che io non ho chiesto,  io rispondo? Per il solo fatto di aver chiesto di guardare con attenzione la mia  pratica, io rispondo del diritto di falso che lui ha compiuto di sua iniziativa?  Certamente no! Io non posso compiere la condotta tipica e quindi non posso  rispondere di quel reato! quindi anche per il profilo psicologico si deve  escludere la punibilità. Profilo probatorio: tutti gli elementi descritti e  tutte le condizioni individuate finora devono formare oggetto di accertamento.  Per ciascuna di esse, non nel totale, per ciascuna di esse ci deve essere una  prova che raggiunga il livello di accertamento al di là di ogni ragionevole  dubbio. Si deve dimostrare sia l’elemento oggettivo che quello soggettivo, uno  solo non basta e, infine, si deve provare che l’eventuale istigatore abbia avuto  consapevolezza dell’atto fraudolento compiuto e abbia chiesto e voluto ottenere  un risultato ingiusto. E passo alla seconda parte. Verificare la tesi  accusatoria nel suo complesso. Si dice che costoro rispondono come dirigenti  della Fiorentina. Io allo stadio sono andato in vita mia due volte, la prima da  bambino, e non ne capisco granché. La tesi accusatoria è che i Della Valle,  appena entrati nel mondo del calcio, appoggiarono la candidatura di Abete invece  di quella di Carraro, e poiché c’era questo atteggiamento per condizionare i  Della Valle si faceva un ostruzionismo, creando delle difficoltà alla Fiorentina  con metodo mafioso. Prima li penalizzano per farli venire a patti, il che  avviene a fine aprile, quando cercano di adattarsi al sistema per salvare il  salvabile. Questa struttura per il pm è indispensabile perché essa rappresenta  il cemento per tenere insieme indizi scarni desumibili dalle intercettazioni. Il  Pm è molto più bravo di quanto non dimostri talvolta, perché sa bene la  difficoltà di provare il reato e allora cerca di suggestionare, insistere su  interpretazioni che però fanno perdere di viste il vero obiettivo probatorio.  Per dare un senso ha necessità di costruire un telaio su cui inserire le singole  vicende. Questa ipotesi però è senza fondamento. Mi limito ad osservare solo che  sia Abete che Carraro sono stati ascoltati in questo processo e si è capito che  la competizione elettorale era già risolta nel febbraio del 2005 con il famoso  compromesso della staffetta. Quando scatta l’operazione salvataggio siamo a fine  aprile-inizio maggio e il tutto non ha senso. Ma è vero che i dirigenti della  Fiorentina si lamentavano degli arbitri per un atteggiamento vessatorio. È molto  interessante notare però come lo facevano: in maniera pubblica, in televisione,  sui giornali. A differenza di altri lo facevano pubblicamente, non si  rivolgevano direttamente ai vertici federali o ai designatori, ma protestavano  pubblicamente. Era una regola rivolgersi ai vertici, per esempio Carraro ci ha  detto che 'tutti i presidenti e i dirigenti mi chiamavano per lamentarsi degli  errori arbitrali, era una processione'. Vedete che i dirigenti della Fiorentina  erano gli unici a farlo pubblicamente. In un'intercettazione tra Diego Della  Valle e Bergamo del 2 maggio Della Valle dice: 'Io non L’ho mai chiamata, non  conoscendoLa, perché non sapevo neanche che uno potesse chiamarla, non l’ho mai  fatto solo per questo', quindi quasi si scusa. I Della Valle si lamentavano di  essere fortemente penalizzati. È sufficiente prendere un’altra intercettazione,  quella tra Mencucci e Mazzini. Mazzini incontra Andrea Della Valle, che si sfoga  con lui. Ci fu poi questa telefonata in cui Mencucci dice: dopo quello che è  successo nella partita precedente con il Messina, 'l’ho sentito disperato' e  Mencucci dice: 'L’ha presa male, Andrea, l’altro invece si sente inculato',  insomma si lamentavano di essere penalizzati per favorire altri. Chiediamoci:  questa loro lamentela trovava fondamento? Mazzini dice a Mencucci: 'Qua voi non  siete simpatici, vi detestano'. Questa è la preoccupazione che hanno e che viene  confermata dal vicepresidente. Ancora dice Mencucci: 'Guarda che Lucchesi ha  detto che verso la fine del campionato succedono cose strane. Cose gravi di cui  Diego ha detto di non volere nemmeno sentire parlare'. Su questo punto prove  testimoniali non ve ne sono, ci sono solo intercettazioni: la conversazione  programmatica tra Mazzini e Mencucci del 21 aprile. L’unica cosa che si può  fare, si dice in quella telefonata, è avere un arbitro obiettivo che dia il 50%  di probabilità. Nessuno vuole di più, dice Mencucci, ma nemmeno di meno. Mazzini  dice: 'Chi è causa del suo mal pianga se stesso'. Mencucci: 'Vogliamo rispetto  ed avere quello che ci meritiamo in campo e di non essere svantaggiati'. Questa  è la chiave. Poi c’è la telefonata tra Diego Della Valle e Moggi. il tenore  della richiesta è sempre lo stesso. Dice Moggi: 'Devi far capire, in modo che  tutti siano più attenti, non per darti vantaggi ma per non darti svantaggi come  è successo sabato'. Della Valle risponde: 'Non abbiamo voluto dire nulla per non  turbare la squadra'. E siamo al 2 maggio! Sempre in quei giorni cosa si fa per  ottenere una cosa del genere. Prima Mazzini abbiamo visto che dice chiaramente:  'Vi odiano'; poi Moggi dice: 'Gli dovete stare addosso, non potete far così,  mentre vi massacrano, chiedete arbitraggi giusti'. In questa logica Mazzini dà  un suggerimento: di non andare in Lega a fare chiacchiere. 'Devi essere tutelato  perché la tua immagine fra gli arbitri è quella di un nemico'. 
Dopo  Fiorentina-Milan la disperazione dei Della Valle è ai livelli massimi e c’è la  telefonata del 2 maggio con Moggi che gli consiglia di andare a protestare nelle  sedi opportune. Solo la sera di questo stesso giorno, Diego chiama Bergamo come  detto prima. Dopo questa chiamata ci si aspetta che ci sia un seguito, un  incontro. Ebbene, tale incontro c’è, ma passano addirittura 12 giorni. È  importante anche questo aspetto cronologico, perché secondo la tesi del pm  questi colloqui intercorsi in questo periodo sarebbero preparatori. Uno si  aspetta un incontro riservatissimo, in una casupola posta in un bosco invisibile  al mondo: no, l’incontro avviene in un grande albergo dove risiede solitamente  Della Valle. E l’autorità sa di questo appuntamento, tanto è vero che ci sono  degli appostamenti, ma non vi sono intercettazioni ambientali. Mi chiedo: con i  potenti mezzi utilizzati non era possibile avere un'intercettazione di quello  che si dissero in questo pranzo? Si intercetta qualunque sciocchezza e  quell’incontro nel quale si sarebbe dovuto stringere il patto non viene  intercettato. O magari è stato intercettato e quello che si dissero non era così  importante? Ci si aspetterebbe che dopo questo incontro cambi la storia della  Fiorentina. Ebbene, il giorno dopo c’è Fiorentina-Atalanta che finisce 0 a 0,  partita che secondo il pm non fu pilotata quindi nemmeno in favore della  Fiorentina, che pareggiò in casa con una squadra di bassa classifica. Si dirà il  giorno dopo l’incontro che non c’era il tempo per attuare il piano stretto il  giorno precedente; allora vediamo che cosa accade sette giorni dopo, il 22  maggio: c’è Lazio-Fiorentina, in cui si verifica uno dei più grossi danni della  Fiorentina, è la partita emblematica dove l’arbitraggio è scandaloso, succede di  tutto e di più! C’è un rigore scandaloso che Rosetti non vede, unico al  mondo!
Rosetti ha chiarito di non avere nessuna segnalazione da Bergamo se  non nell’intervallo del primo tempo quando gli dice: 'Che stai combinando?'; e  anche questo colloquio non ha seguito perché nel secondo tempo non accade nulla  in favore della Fiorentina. Anche Consolo ammette il danneggiamento, lo ha detto  Abete, che successivamente alla gara parla con Mazzini e si lamenta per questi  fatti, lo ha detto Di Livio, il capitano, lo ha detto Zoff, allenatore. Quindi a  distanza di sette giorni dall’incontro di Villa La Massa la Fiorentina ha un  ulteriore e più grave danno. Qualcosa nella tesi accusatoria non funziona.  Andiamo avanti, quando finalmente si ha un'evoluzione. Arriviamo a quindici  giorni dopo l’incontro, all’ultima di campionato, il 29 maggio. Giornata  decisiva. La Fiorentina affronta il Brescia, partita determinante che la  Fiorentina deve vincere per forza. Se pareggia è in B, a causa di ciò che era  avvenuto prima, in pieno periodo “salvataggio”. Allora, se la tesi accusatoria  fosse fondata, se si fosse voluto pilotare l’arbitraggio, che cosa si sarebbe  dovuto fare? Avrebbe dovuto mandargli l’arbitro più pilotabile possibile. Bene,  vi ricordate chi è l’arbitro? Collina. Si parla della manipolazione di  Lecce-Parma, ma si dimentica che quella era solo una delle condizioni possibili,  a partire però dalla vittoria della Fiorentina. Sintesi: questa operazione  salvataggio si risolve in una mera ipotesi e io vi sintetizzo i dati dal 21  aprile al 29 maggio. La Fiorentina gioca 6 partite: quali peculiarità? Per tre  gare non ci sarebbe stato nessun condizionamento nemmeno a favore della  Fiorentina (Bologna, Atalanta e Brescia), per due gare ci sono stati  comportamenti arbitrali che condizionano negativamente l’esito della gara per la  Fiorentina (Milan e Lazio), e l’unica gara che avrebbe avuto una coerenza con il  salvataggio sarebbe stata quella con il Chievo, nella quale comunque nessun  fatto significativo è avvenuto. Tirando le somme si può dire che, al di là delle  chiacchiere e delle millanterie, la realtà è che non vi è stata alcuna  operazione salvataggio, con un obiettivo diverso dalle ipotesi desumibili dalla  lettura mediante interpretazione di alcune selezionate conversazioni  telefoniche.
Vado rapidamente alla terza parte: riprendo il tema di fondo:  rispetto a tutti e tre i capi di imputazione è necessario accertare mediante la  prova una serie di fatti: 1) che qualcuno rispetto a ciascuna delle gare tenne  una condotta riconducibile ai fatti fraudolenti; 2) che questi atti fraudolenti  erano volti ad alterare il corretto risultato di ciascuno dei tre incontri di  calcio 3) che gli imputati Della Valle e Mencucci abbiano sollecitato un  intervento finalizzato al compimento di atti fraudolenti, che cioè abbiano  chiesto il compimento di questi atti fraudolenti. Ebbene, veniamo al primo.  Condotta tipica: i capi di imputazione a5 e a10 sarebbero consistiti  nell’alterare la corretta individuazione delle griglie arbitrali e il successivo  sorteggio. Quindi il Pm sbaglia, perché non esiste una proceduta tabellare per  le griglie. Esse vengono individuate sulla base di alcuni criteri indicativi,  tanto che il designatore sceglie un gruppo di arbitri più bravi per le gare più  significative. Quindi non c’è possibilità di meccanismi di frode. Siamo fuori  dall’ambito di fraudolenza, stabilire se quell’arbitro è più o meno bravo e se  quella gara è più o meno importante non vuol dire nulla. Inoltre, con riguardo a  queste due gare non mi risulta che in questo processo sia stato spiegato perché  si parli di atti fraudolenti per la formazione di quelle griglie. Bisognerebbe  dimostrare, poi, che la scelta del direttore di gara nell’ambito di quella  griglia sia stata manipolata. Il Pm ha cercato di dimostrare, senza riuscirci,  che era possibile scegliere la sfera con il nome voluto e quindi compiere un  atto fraudolento per l'individuazione. Ma egli avrebbe dovuto fornire la prova  che rispetto alle partite di cui agli atti di imputazione si verificò un  episodio di alterazione del genere. Altrimenti non vi è atto fraudolento. Non si  può ritenere che la possibilità diventi accertamento rispetto al capo specifico!  Quindi già per il primo punto manca la prova. Ci sono indizi, desumibili dalle  intercettazioni, ma ne parlerà l'avvocato Picca. Dico solo che se ci sono gli  indizi essi dovrebbero essere gravi, precisi e concordanti rispetto all’oggetto  della prova, che è sempre e soltanto la manipolazione della gara. Dovete  verificare se quegli indizi portano alla sussistenza del fatto punibile. Sempre  per la prima tematica, vengo al capo a9, Lazio-Fiorentina, contestato al solo  Diego Della Valle. Qui i fatti fraudolenti sono quelli consistiti nell’avere  contattato Lotito per concordare il risultato.
È la telefonata in cui si  parla di “proposta oscena”. Ebbene, ammesso che Lotito abbia detto la verità a  Della Valle in quell’unica telefonata, non è possibile che io oggi debba  difendere Della Valle da una frase smozzicata detta da Lotito a Mazzini senza  che abbia avuto la possibilità di chiedere ai due che cosa intendevano? L’unico  testimone presente alla telefonata, Cosimo Ferri, ci ha detto che i rapporti tra  i due erano del tutto inesistenti, che Lotito aveva antipatia ed invidia con  Della Valle, che i due non andavano d’accordo per il problema dei diritti  televisivi e anche al momento della telefonata la frase “proposta oscena” si  riferiva proprio al problema dei diritti televisivi. Ebbene, se io faccio una  istigazione senza che vi sia una promessa di denaro o utilità, non posso farla  ricadere nella previsione del primo comma. Che bisogno c’è di prevedere  un'istigazione tipizzata? Questa ipotesi resta fuori dall'operatività della  fattispecie della seconda parte del primo comma, ma al massimo è l'istigazione a  commettere un reato che non si compie. Il pm nel capo di imputazione costruisce  l’accusa in una logica di tentativo incompiuto. Una proposta non accolta.  Un'istigazione rispetto ad un reato che non si compie. Il Pm individua una  condotta prodromica come se la punibilità del reato fosse relativa al solo  tentativo, ma non è così!
Inoltre sul piano processuale manca la prova  dell’intero percorso di salvataggio, anzi tutto depone all’opposto. Non c’era  alcuna intenzione di andare ad ottenere trattamenti di favore. Alla stessa  conclusione si perviene verificando i risultati obiettivi: quella intesa  originaria non era volta a favorire ma, se ci fosse stata un'intesa, era rivolta  ad ottenere arbitraggi equilibrati. Ancora, ultimo profilo: istigazione: ma  trovatemi un elemento dal quale desumere che le intenzioni che spinsero Della  Valle a telefonare a Bergamo il 2 maggio erano quelle di ottenere la  consumazione di atti fraudolenti volti a favorire la Fiorentina, tutto depone  verso una pretesa di equilibrio e di giustizia!
Lasciando la parola  all'avvocato Picca concludo per l’assoluzione perché il fatto non sussiste o per  non aver commesso il fatto. Vorrei fare una breve battuta sulla questione  civilistica. Mi sta a cuore segnalarvi un'anomalia: la struttura della parte  civile è questa, esiste un reato, noi riteniamo che tale reato è stato commesso  da queste persone quindi chiediamo il risarcimento del danno. Questa struttura  ha una pecca: non c’è un reato ordinario, ma di pericolo, di pura condotta, le  partite di cui parliamo sono indifferenti ai fini della configurabilità del  reato. Il Pm ha cercato di dimostrare che c’erano atti fraudolenti volti alla  commissione di un reato, non era rivolto a dimostrare che quegli atti  fraudolenti avrebbero prodotto il danno, cosa che spettava alla parte civile,  che avrebbe anche dovuto dimostrare che quel particolare risultato era legato  con nesso di causalità alla loro retrocessione in B. Solo in questo caso poteva  esserci una richiesta di risarcimento del danno. Grazie.
Il  caso Morescanti: Gli imputati Paolo Bergamo, Maria Grazia Fazi e  Angelo Fabiani, in una lettera inviata al presidente Casoria, le hanno  rappresentato la violazione del loro diritto alla difesa, a motivo della mancata  sospensione delle udienze richiesta per la gravidanza a rischio del loro legale  Silvia Morescanti: non ne accettano la sostituzione, in quanto ciò costituirebbe  una mancato rispetto del loro diritto alla difesa. Ma la Casoria tira dritto e  chiede a Maurilio Prioreschi di assumere la difesa d'ufficio dei tre. Alla  Morescanti, al limite, potrebbe essere consentito di parlare per ultima, tra la  fine di settembre e i primi di ottobre. Ma per la Casoria di stralciare le  posizioni di questi tre imputati non se ne parla. Il braccio di ferro  prosegue.
Avvocato Picca: Il collega  Furgiuele ha trattato i temi salienti, ma io dovrò condurre il mio intervento  evitando profili di ripetizione. Discutendo come rappresentante della Fiorentina  avevo affrontato il tema del salvataggio, per cui faccio solo un passaggio per  quanto riguarda non l’aspetto soggettivo ma sul piano dei compartecipi. La tesi  dell’accusa è che la operazione parte ed ha un epilogo. La tesi si struttura  anche con riferimento ai protagonisti che avrebbero cooperato attraverso  comportamenti finalizzati al salvataggio. Quindi da un lato l'oggettività dei  fatti, la partecipazione di quelli che avrebbero cooperato dall’altro. Mi  permetto di dire che non ci siamo sotto tutti gli aspetti. Della Valle assume  una posizione di contrapposizione e poi, dopo i risultati negativi, avrebbe  preso la decisione di giungere a miti consigli, questa è la tesi. Chi sono i  protagonisti con cui vengono a miti consigli? Nello schema dell’accusa sono da  un lato Moggi e Giraudo, dall’altro i designatori e Mazzini. Essi avrebbero  garantito il buon esito della operazione. Andiamo con ordine: vediamo che cosa  la Procura ha creato intorno a queste intercettazioni che devono essere  contestualizzate. La prova della tesi è infondata già per quello che riguarda la  partecipazione soggettiva. La telefonata che sottolineo è quella tra Mazzini e  Giraudo del 21 aprile. La telefonata è rilevantissima perché dimostra sul piano  dei contenuti che la tesi è falsa. Mazzini, riferendosi ai colloqui con i Della  Valle dice: 'I Della Valle mi hanno cercato. Perché vogliono salvarsi'. E  Giraudo dice: 'Noi andiamo giovedì da loro con le buste per le comproprietà'.  Mazzini dice che sono venuti a Canossa. E poi: 'Mi dispiace perderli come  pagatori in serie A, non sono come Lotito, questi i soldi ce li hanno, per cui  se si potesse pensaci come fargliela pesare'. Sempre Mazzini: 'Sarà difficile,  però insomma studiala un po' la situazione perché sono alla rivoltella'.  Giraudo: 'Io non so cosa fare'. Mazzini: 'La città è in subbuglio, è importante  che venga Collina o giù di lì'.. Giraudo: Sì, lui è garanzia'. La tesi  dell’accusa nasce handicappata perché in questa fase in cui si starebbero  allacciando i rapporti per il contributo causale dell'operazione, il colloquio  tra due personaggi fondamentali verte innanzitutto su un tema: i soldi,  riferimento che viene collegato da Giraudo parlando delle comproprietà. Mazzini  chiede a Giraudo di inventarsi qualcosa, anche se non aderente alla realtà. E  Giraudo risponde: 'Non so cosa fare!' Nel prosieguo i due sodali discutono di  griglie? Di rapporti con designatori? Di come organizzare le palline? No,  discutono di una cosa banale: se si vogliono salvare devono fare come se fosse  la finale della Coppa del Mondo. Temi configgenti con quelli che dovrebbero  essere i temi dell'organizzazione. Non è un caso isolato perché sul tema ricito  la telefonata del 2 maggio tra Moggi e Della Valle Diego. Qui non si deve  commettere l’errore di chi non vuole leggere o vuole leggere le telefonate in  modo decontestualizzato. Contesto: questa telefonata del 2 maggio segue di due  giorni Fiorentina-Milan. Contesto: in quella parte della stagione Juve e Milan  si contendono lo scudetto. Contesto. Arbitro è De Santis. Contesto: questa gara  si consuma attraverso un episodio clamoroso che certo c’era nei tabellini di  Auricchio: un errore posto in essere da De Santis in danno della Fiorentina  perché un difensore del Milan compie fallo da ultimo uomo che avrebbe dovuto  comportare espulsione del giocatore. Il 2 maggio Diego e Moggi parlano e siamo  in una fase già matura di una rideterminazione del reclutamento dei soggetti.  Domanda: in questa telefonata del 2 maggio troverete una smentita della tesi  dell’accusa, inesistenza dell’organizzazione, questi due parlano ognuno di  quello che gli interessa. Moggi dice che ha fatto casino per loro, ma che si  devono muovere anche loro nelle sedi competenti. La Juve ha subito un danno  dall’arbitraggio di De Santis. Moggi discute di questo, voi fatelo per la  vostra. Frase finale di due che avrebbero strutturato l’operazione: 'Devi fare  presente che sei presente per dare maggiore attenzione'; e se calato nel  contesto si capisce che cosa significa la frase. Moggi: parla di attenzione  affinché niente venga trascurato, non per darti vantaggi, ma per non darti  svantaggi. Trovare riferimenti alel griglie, alle alterazioni dei sorteggi?  Ovviamente no! Il contenuto è chiaro se contestualizzato. Telefonata del 6  maggio tra Mazzini e tal Claudio Nassi. Siamo arrivati ad una fase in cui  l’operazione deve nella logica dell’accusa registrare la convergenza dei sodali.  Mazzini parla e l’oggetto è quanto riferito a Nassi sulle difficoltà del  salvataggio. E alla fine la conclusione è che se vanno in serie B forse è  meglio. Viene agganciata l'operazione salvataggio al post partita con il  Messina. Si registrano due telefonate indicative, quella tra Mazzini e Andrea  Della Valle e quella successiva tra Mazzini e Mencucci, entrambe del 21 aprile.  Solo chi non vuole leggere la telefonata può partorire la tesi dell’operazione  salvataggio. Sottolineo un passaggio di chiaro significato delle parole  utilizzate. La tesi e l’atteggiamento di questi due: nessuno vuole di più, non  vogliamo essere avvantaggiati, ma nemmeno vogliamo essere svantaggiati. E anche  in queste due telefonate il tribunale trova riferimento a condotte  fraudolente??
Altra telefonata del 22 aprile tra Mazzini a Mencucci.  Contesto: siamo a 2 giorni da Bologna-Fiorentina, arbitro Bertini, siamo a poche  ore dal sorteggio. Bene, se stiamo all’inizio, la telefonata ha questo  contenuto. Mencucci rivolto a Mazzini: 'Sai chi ci è capitato?' Bertini. E  Mazzini: 'Un grande!' Mencucci: 'Ma ci abbiamo sempre perso'; e Mazzini: 'E' un  motivo per cambiare'. E Mencucci: 'Si, per la statistica'. Se il tribunale  utilizza questa telefonata, che è fuori dallo schema dell’accusa, si vede che il  frasario che utilizza Mazzini è lo stesso che egli utilizzerà in seguito. Ma  Mazzini che dice: 'E' un grande', è evidentemente sintomatico di un modus che  non è nemmeno sollecitato dai dirigenti della Fiorentina. In questo contesto  personale c’è anche che un soggetto come Mazzini non compulsato dice: E' un  grande, cambierà la statistica!
Il 26 aprile Mazzini parla con Mencucci.  Mazzini dice: 'Ho parlato con Giraudo e so che lui e Luciano si incontrano con i  Della Valle giovedì per le comproprietà,. Ma le comproprietà sono una scusa  parleranno della politica della Fiorentina'. Se voi ponete a confronto questa  telefonata immediatamente successiva al colloquio tra Mazzini e Giraudo, vedrete  che Mazzini ricostruisce un contenuto della telefonata precedente completamente  diverso! Questo è un elemento di smentita della accuse. Il colloquio tra Mazzini  e Giraudo è completamente diverso da quello che lo stesso Mazzini racconta a  Mencucci. È fondamentale leggere le telefonate, metterle a confronto e vedere  cosa accade. Qui il problema non è andare a vedere il risultato delle partite,  ma di dare una risposta sul piano dell'esistenza della prova, della coerenza  della stessa. Il pm doveva prospettare al tribunale una sequenza di plurimi atti  fraudolenti che portavano all'esistenza della prova. A partire dalla data  dell’aprile 2005 il Pm ha fornito la prova della esistenza di queste condotte?  La risposta è no! Ma c’è un dato ulteriore: il Pm non solo non ha fornito la  prova, ma non è stato nemmeno abile e capace nella prospettazione dell’elemento  di prova. La prova ha un rigore sul piano processuale e il Pm, nel dare risposta  a questo tema, ha fornito un unico elemento che attiene al tema della fase del  sorteggio. In tutte queste gare il pm fornisce la prova di condotte fraudolente  su griglie, sorteggio e gestione delle gare? No, non lo fa. Ma porta un unico  elemento che è una presunta alterazione del sorteggio: secondo il Pm basta un  unico elemento per la prova del fatto. Il Pm sa che vi è differenza tra la  testimonianza resa nell’interrogatorio fatto dai carabinieri prima del processo  e quella resa qui in tribunale. Parlo dell’interrogatorio di Manfredi Martino  qui in aula. Qual è il meccanismo? Quale l’elemento tipizzante? La condotta  fraudolenta e cioè una condotta che modifica la realtà attraverso un artificio o  un raggiro. Assenza di prove sulla formazione delle griglie. Smentita sul  coinvolgimento dell’arbitro, momento topico diventa il sorteggio. Se il Pm  avesse dimostrato puntualmente l’esistenza dell’elemento di prova  dell’alterazione del sorteggio non avremmo parlato. Ma il Pm va oltre. La regola  è semplice: che ci sono le urne, in una c’è la partita, in un’altra l’arbitro.  Nelle sfere vengono inseriti i bigliettini. Il Pm implode già quando vi porta a  sostegno di questo elemento un teste in cui vi dice che i bigliettini li metteva  lui. Quindi il primo atteggiamento, l’inserimento dei bigliettini, lo fa un  altro. E dice la regola: la partita la estrae Pairetto, successivamente  l’abbinamento lo estrae il giornalista. Quindi quello che rimane sul terreno  della prova, il Pm raggiunge questo risultato. In un momento in cui doveva e  poteva essersi materializzato il comportamento fraudolento, in tutta la stagione  si sarebbe verificato in un'occasione per Milan-Juve, per una partita nella  prima parte ma non ricorda quale e in una gara di serie B. Io avrei forti  perplessità a seguire la fedeltà di una testimonianza di un soggetto che, se  illecito c'è stato, è compartecipe dell’illecito. Se in Fiorentina-Milan ci deve  andare De Santis, quando faccio il sorteggio devo sapere che il nome di De  Santis è in quella determinata partita. E allora il Pm sul punto della prova  specifica non solo non indica prova puntuale ma ne ha indicata una che vanifica  il portato complessivo. Noi abbiamo delle singole fattispecie di frode: si  potrebbe rispondere che l’operazione salvataggio non esiste, ma ciò non esclude  che i meccanismi fraudolenti siano stati comunque posti in essere. Partiamo dal  primo: Chievo-Fiorentina dell’8 maggio, arbitro Dondarini. Il 2 maggio c’è la  telefonata tra Bergamo e Mazzini, a sei giorni dalla partita e a quattro dal  sorteggio. C’è in questa telefonata riferimento a formazione griglie o  sorteggio? La risposta è no! Anche in quella successiva del 2 maggio tra Bergamo  e Diego Della Valle, trovare questi riferimenti? Sono telefonate di  avvicinamento all’incontro telefonico Bergamo-Della Valle. Anche in questa  telefonata, unico contatto telefonico tra i due, la domanda che vi faccio è  sempre la stessa: c’è un solo riferimento ai meccanismi di designazione, griglia  e sorteggio?? Assolutamente no! Cito anche un’altra telefonata. Vi ricordate di  Mazzini che al telefono dice il contrario di quello che ha detto prima? È  esattamente quello che fa quando cerca di individuare il posto dove deve  avvenire l’incontro. Mazzini suggerisce di organizzarlo dalla parte del museo  del calcio, 'Io ho le chiavi', verso le 10 di sera e così è un incontro segreto.  Ma la realtà vi dice che quell’incontro è avvenuto in un luogo pubblico  frequentato da decine e decine di persone. Se dobbiamo stare appresso a Mazzini  l’incontro è un incontro carbonaro, ma la realtà è completamente diversa: è un  pranzo e non un incontro clandestino alle 10 di sera. L’incontro avviene il 14  maggio e già qui viene da chiedersi perché dalla fine di aprile si arrivi al 14  maggio, quando ormai il campionato sta volgendo al termine, per fare un  incontro. Tra la fine di aprile e l’incontro si svolgono 3 gare e una il giorno  successivo, il 15 maggio. Telefonate che vi ho segnalato che sono di  avvicinamento, il Pm vi propone un’altra telefonata tra Mazzini e Mencucci. Qui  è Mazzini che riferisce circostanze all’interlocutore e suggerisce a Mencucci di  dire ai Della Valle di fare una telefonata a Bergamo. Il sorteggio di questa  partita è avvenuto il 6 maggio. Il Pm ha dato prova che esista una telefonata  tra Della Valle e Bergamo successivamente a questa telefonata?? Assolutamente  no!
E ancora 4 maggio tra Mazzini e Della Valle, il ragionamento è sempre lo  stesso: fagli un colpo di telefono. Trovate contatti tra Della Valle e Bergamo?  No!
Sulla gestione di Dondarini, al netto delle telefonate, l’istruttoria  dibattimentale vi ha consegnato questi elementi: rapporto dell’osservatore  arbitrale. Il Pm o ha un sostanza di coerenza o non può affidare al tribunale la  suggestione. O si dice che gli osservatori erano un soggetto terminale della  condotta fraudolenta o questo documento smentisce la tesi dell’accusa.  L’osservatore arbitrale conclude: 'Non commette errori di natura tecnica gravi o  rilevanti'. La tesi è fraudolenta nell’arbitraggio, la prova è che l’arbitraggio  è stato corretto. L’istruttoria dibattimentale ha detto altro. Oltre all’arbitro  contribuiscono alla gestione della gara anche gli assistenti. Sono stati  ascoltati Copelli e Maggiani. Uno ci ha detto che la gara fu regolare, che non  avevano avuto alcuna indicazione di Dondarini, che non vi era stato alcun  intervento nei loro confronti da parte di designatori, dirigenti o chicchessia.  Se il terminale arbitrale era uno che non ha applicato la regola, o non è stata  applicata con il concorso dell’osservatore e dell’arbitro o non è stata  applicata e ce lo hanno confermato i testimoni.
Sui due episodi “dubbi” lo  stesso Cornieti dice che uno era competenza del guardalinee e che era difficile  da vedere, e sull’altro Cornieti dirà che è una situazione di gioco usuale che  capita normalmente, sicché l’unico elemento che può essere invocato per  dimostrare la fraudolenza si ricava dallo stesso Cornieti che conferma che non  vi fu alterazione della regola né nella fase di designazione né di sorteggio né  nella conduzione della gara. Se questo è il risultato della prova, che rilevanza  ha l’affermazione che pure vi è stata prospettata, fatta dal solito Mazzini che,  dopo la designazione di Dondarini, dice: Bel lavoro. Io vorrei che il tribunale  cogliesse il dato che su questa partita il pm ha portato a corredo probatorio la  telefonata tra Mencucci e Mazzini: bel lavoro, sì ma c’è anche un brutto  ricordo, diventeranno belli!
Su Lecce-Parma: l’accusa dice che questa partita  determina il risultato dell’organizzazione. Ebbene, quando dicevo che  l’istruttoria vi ha lasciato un elemento determinante mi riferivo alla relazione  della dottoressa Beccacece sulla quale il pm nella requisitoria ha sorvolato. La  Beccacece vi fa un ragionamento semplice: sul tema nella consulenza scritta  emerge un dato che rende la prospettazione dell’accusa infondata e critica: la  dottoressa dice che nell’ultima giornata di campionato condizione prima era che  la Fiorentina doveva vincere con il Brescia. Ogni altro ragionamento era  irrilevante senza questo risultato. Quand’anche si volesse predeterminare il  pareggio in Lecce-Parma questo non sarebbe stato sufficiente perché occorreva  aggiungere sul piano statistico matematico almeno un ulteriore risultato nelle  altre partite. Sicché la tesi dell’accusa implode. La predeterminazione del  pareggio era irrilevante perché il primo passaggio era la vittoria della  Fiorentina. Se è vero questo la domanda è: l’atto fraudolento doveva guardare  all’elemento necessario o a quello eccentrico? Quello necessario. Ed invece ad  arbitrare quella gara va Collina, uno al di fuori di ogni sospetto. Ma ancora  una volta c’è un dato che deve portare a riflettere su una serie di cose:  Auricchio, a mia domanda, quando ha affermato che ai fini di determinare chi si  salvava c’erano oltre mille combinazioni, quando ho chiesto se ad eccezione di  Lecce-Parma fossero state investigate le altre gare rilevanti, la risposta è  stata no. E quindi all’eccellente investigatore avrei rivolto una domanda:  scusi, ma se hai sul piano della ricerca dell’elemento di prova la necessità di  andare a verificare tutte le partite, perché non scegli di investigare tutte?  Invece ci dice che lui queste partite non le ha nemmeno viste. Auricchio dice  che questa partita era predeterminata per il pareggio e che rilevava questa. Non  è vero. Rilevava soltanto questa, possiamo scegliere l'impostazione Auricchio,  concludere che contava solo questa e concludere che questa partita ha  cristallizzato il momento dell'organizzazione. E allora qual è il dato di prova  che l’istruttoria dibattimentale vi ha consegnato? La determinazione del  pareggio è l’effetto diretto di un arbitraggio fraudolento, un arbitro che non  applica le regole ma le raggira al fine di giungere al risultato che è la  sequenza dell'illiceità. Ma l’istruttoria vi ha consegnato: una deposizione  dell’assistente, una del quarto uomo, una dell’osservatore arbitrale che vi  dicono che l’arbitraggio fu conforme a regola e che De Santis non disse loro di  assumere atteggiamenti particolari. Ma abbiamo anche sentito Zeman che è  particolarmente ostico, il quale dice che la partita venne condotta e gestita  dai calciatori e i suoi decidono ad un certo punto di non giocare e lui si mette  spalle al campo. Ma vi è di più, anche i calciatori del Parma hanno dato atto di  una gestione arbitrale conforme a regola. Ma il Pm dovrebbe dirmi: chi  stabilisce se un comportamento arbitrale è stato conforme a regola? Auricchio o  la Gazzetta? Non lo dice nessuno, anzi avete la prova di un comportamento  opposto. Si parla delle ammonizioni seriali in danno del Parma. Vediamo il  contesto: se la tesi è che l’arbitraggio è stato fraudolento e che l’arbitro ha  utilizzato atteggiamenti fraudolenti io vi segnalo che la concretizzazione di  questa tesi sarebbero le ammonizioni seriali dei giocatori, volte a garantire il  vantaggio in favore della Fiorentina. Ebbene, la partita della Fiorentina con il  Brescia durò 6 minuti meno di Lecce-Parma. Inoltre, due delle ammonizioni  seriali, Morfeo e Vignaroli, avvengono a partita finita (Fiorentina-Brescia) e  una addirittura a partita Lecce-Parma terminata. Quindi capirete che questi  profili sono assolutamente irrilevanti per quello che riguarda la Fiorentina. E  che rilevanza ha la telefonata tra Mazzini e Mencucci dopo la gara? Che  efficacia ha?? Ci si pone il problema di contesto? Mazzini fa un commento che  qualsiasi ruffiano farebbe in quel momento!Due ultimi punti. Su  Lazio-Fiorentina. Voi avete la telefonata del 22 aprile tra Mazzini e Lotito.  Lotito gli dice che il Della Valle gli ha fatto una proposta oscena. Lotito  racconta una storia a Mazzini: è una storia definita, specifica, circostanziata?  Mi sembra di no. Il racconto in sede di telefonata è caratterizzato da profili  di avversità tra Lotito e Della Valle? Lotito dice che i Della Valle sono delle  merde. Non ho bisogno della testimonianza di Ferri! Negli stessi giorni in cui  Lotito dice quello che dice a Mazzini, della proposta oscena, Della Valle gli  avrebbe detto in faccia che è andato allo studio legale a dire di fare un parere  contrario al problema del debito di Lotito. Quindi vi è un'avversità non  generica ma specifica. Lotito ce l’ha con tutto il mondo, addebitando loro  atteggiamenti di ostacolo alla sua presidenza. Ed è ipotizzabile che tra due che  hanno un conflitto così aperto vi sia stata una proposta? E poi di che proposta  si parla? È stato chiesto a Ferri un dato probatorio fondamentale: 'Quando Le ha  fatto il racconto ha messo in relazione la proposta con il denaro?' La risposta  è stata no, non ha parlato di tempi e contenuti della proposta e io chiedo: ma è  credibile che vi sia stata questa proposta tra due che hanno un rapporto di  conflittualità così aperta? È lecito porre al tribunale il problema di  un'inattendibilità di quello che Lotito racconta, ed è possibile sostenere che  tra i soggetti vi era motivo di avversità tale da poter sostenere che  l’affermazione di Lotito possa avere profili calunniosi? Ferri non lo commento.  La sua deposizione è stata laboriosa, sofferta, un esercizio invidiabile di  equilibrio. Lui ci ha detto che la Procura gli ha dato la telefonata e io ho  confermato la circostanza che ero presente alla telefonata, poi c’è stata tutta  una sovrastruttura fatta dalla Procura ma Ferri dice: 'Io vi racconto solo  quello che ho ascoltato ma tutto il resto, se c’è stato o se non c’è stato, io  non posso escluderlo'. L’addebito di frode è basato sulla telefonata che  richiede contestualizzazione.
Concludo. Noi chiediamo al tribunale di  chiarire perché questa indagine è caratterizzata da alcune particolarità che  possono sembrare marginali ai disattenti, ma al lettore attento possono far  sorgere profili di dubbio. È il tempo delle risposte. La domanda che rivolgiamo  al tribunale è capire: come mai il Pm o Auricchio hanno scelto delle opzioni  investigative che sono incoerenti con quello che lo stesso Auricchio è venuto a  riferire in quest’aula Voi avete un oceano di intercettazioni che arrivano come  datazione fino a giugno 2005. Auricchio vi ha detto che l'opzione investigative  era sottoporre all’intercettazione tutti i dirigenti di società che venivano in  contatto con l'attività investigativa in corso. Perché Auricchio allora, che  pure aveva avuto l'emergenza di Della Valle, sceglie deliberatamente di violare  questa sua scelta. L’interrogativo richiede una risposta perché quella data da  Auricchio è insoddisfacente. Perché Auricchio non dà conto di questa scelta? Il  profilo diventa degno di nota e di domanda allorquando recupero l’argomento già  utilizzato dal collega Furgiuele sull’incontro del 14 maggio. Ve lo dico io  perché non sottopone ad ambientale. Perché Auricchio è firmatario ed autore di  un'attività di appostamento che definire asimmetrico è un eufemismo, voi lo  avete agli atti, avete le foto, vi è una scelta deliberata di diffondere  suggestioni e carenze affinché la tesi rimanga in piedi. Ben poteva essere  un'intercettazione ambientale che poteva chiarirci il contenuto di  quell’incontro che invece è lasciato nell’ombra e “chiarito” solo dalle  telefonate successive in cui si fa riferimento al contenuto dell’incontro che  non è relativo alle griglie, ai sorteggi. Passi per la scelta di non captare  l’incontro, passi per l'individuazione dell’incontro che vi è stato prospettato  come incontro tra 'ndranghetisti in un casolare dell’Aspromonte ma, se lo  strumento investigativo di auricchio è quello di uno che per verificare la  veridicità della combine di Lecce-Parma dice di non avere investigato le altre  gare, vi chiedo di verificare l’attendibilità di questo investigatore che non vi  ha raccontato un solo fatto, ma ha fatto l’elenco delle telefonate.
Vi chiedo  anche io l’assoluzione per i tre imputati per non aver commesso il fatto. Vi  ringrazio.
Nella pausa si parla insistentemente di un documento  redatto da un "pentito" sulle modalità con le quali sarebbero state  svolte le indagini "offside". In merito presto dovrebbero  esserci delle novità.
L'udienza riprende con l'attesissimo  intervento di Paolo Gallinelli, difensore di Massimo De  Santis.
Avvocato Gallinelli: La difesa di De  Santis mi impone di fare qualche passo indietro. Mi riferisco a quanto emerse  nel corso dell’interrogatorio di Tavaroli a Milano, procedimento che è  conseguito al processo Telecom e non per introdurre dati esterni a questo  procedimento, ma perché troverete in quel verbale elementi riprodotti nel capo  di imputazione che dobbiamo affrontare. Si è parlato di De Santis come  organizzatore di questa associazione. Troverete in questo verbale tutti gli  elementi utilizzati dai pm di Napoli soprattutto in riferimento ad un incontro  che avvenne nel 2002 nella sede della Saras tra Moratti, Facchetti e Tavaroli,  incontro in cui si decide di affidare un incarico con oggetto il monitoraggio di  De Santis, Moggi ed altri soggetti. Questo deve far riflettere sulla genesi vera  di questo procedimento non tanto perché questo fatto ha rilevanza storica ma  sostanziale, laddove tale origine dimostra tutte le distorsioni che sono state  operate successivamente guidare nei confronti di alcune persone. Dicevo, con  riferimento ai capi di imputazione, di quando Tavaroli disse che Nucini avrebbe  incontrato Moggi il quale gli avrebbe chiesto la disponibilità ad aiutare la  Juventus con le ammonizioni preventive. Ora si vede che tutto questo castello  accusatorio non è frutto di attività svolta dai carabinieri di Roma ma esisteva  già in questi atti processuali, nel processo Telecom. Ipotesi di questa  tipologia hanno trovato ulteriore sviluppo all’esito dell’ascolto di alcune  intercettazioni (in particolare quelle con interlocutore Meani) laddove si  parlava delle ammonizioni mirate. O quelle di Damascelli e Moggi. Tale  impostazione accusatoria non trova alcun riscontro in attività di indagine  neutra ed obiettiva. De Santis era in una posizione fondamentale per costituire  uno sviluppo al successo dell'indagine di Milano prima e di Torino poi, laddove  il segmento arbitrale era un elemento indefettibile per sostenere l’accusa, non  potendosi immaginare l’associazione senza gli arbitri.
Nucini in questa  questione ha un ruolo fondamentale, ci ha raccontato che la sua amicizia con  facchetti è nata quando egli non ammonì Di Biagio e ricevetti i complimenti di  Facchetti, mentre sappiamo che il loro rapporto è iniziato molto prima. Ma  parleremo anche di Meani che introduce un altro concetto: le ammonizioni  strategiche che sono quelle che fanno squalificare il giocatore per la  successiva ma che servivano al Milan per evitare che il diffidato potesse essere  squalificato per una partita importante. Alcuni giocatori del Milan venivano  indotti a farsi ammonire per saltare partite meno importanti rispetto ad  altre.
L’ipotesi accusatoria della combriccola romana nasce nel luglio 2004  ed era relativa alla posizione di Palanca e Gabriele. Appartengono uno alla  sezione di Frosinone, l’altro a Roma 1, nella quale la figura più  rappresentativa era De Santis e quindi si comincia ad ipotizzare un collegamento  tra questi arbitri e la Gea. E quindi tale delega venne conferita ai carabinieri  di Roma nel luglio 2004 e ha prodotto una informativa del settembre 2004 alla  quale erano allegate dichiarazioni testimoniali di Dal Cin, Spinelli e Cellino  che non permisero però ai carabinieri di ottenere l’autorizzazione per le  intercettazioni telefoniche. Quindi non vi era alcuna concretezza nel quadro di  imputazione. Lo stesso Auricchio smentisce dicendo che la combriccola romana e  il sistema Moggi erano due cose diverse e questo lascia perplessi sulla genesi  di questo processo. Dicevo: Napoli ha integrato le carenze di Torino che aveva  archiviato. Il passato di De Santis utile alla Procura di Napoli per arrivare a  Moggi era la famosa partita Juventus-Parma dove De Santis non convalidò un gol  al Parma (non un gol annullato, perché De Santis fischiò prima), tra l’altro da  un calcio d’angolo erroneamente segnalato da un guardalinee; e da quel momento  in poi De Santis fu accostato alla Juventus.
Vorrei fare un riferimento ad  una telefonata che è stata sottratta dalla pubblica accusa al compendio  accusatorio. Telefonata tra Meani e Collina, 18 aprile. In questa telefonata, in  cui si parla delle dichiarazioni di Ancelotti nel viaggio da Siena a Parma poi  si parla di un incontro che non è stato proprio preso in considerazione  dall’accusa, contrariamente ad altri, come quello di Villa Massa e altri ancora.  Un incontro tra Galliani, Meani e Collina. Qui si parla di incontri in cui  sarebbero stati concordati i risultati delle partite di serie A e non si mette  sotto intercettazione il telefono di Collina, dopo una intercettazione del  genere. Dove nasce questa affermazione di principio relativa a Collina come  arbitro al di sopra di ogni sospetto? Dove nasce l’immagine di De Santis come  arbitro capace di delinquere? Perché De Santis è stato intercettato sulla base  del nulla, come possiamo definire quella relazione dei carabinieri di Roma? E  Collina, sulla base di quella chiara intercettazione invece no? Si sceglie il  ristorante del Meani, si parla di una suite di un albergo di Milano ma nessun  servizio di osservazione, nessuna intercettazione viene effettuata e Collina  rimane al di sopra di ogni sospetto. Così come non è stata tenuta in  considerazione una telefonata del febbraio tra Moggi e un certo Pino. Moggi si  lamenta che a Palermo e a Parma non siano stati dati i rigori che spettavano  alla Juventus. 'Una settimana intera dopo Bologna ci hanno caricato, mentre a  Reggio che ci hanno massacrato, nessuno ha detto niente, e allora gli arbitri  fanno bene perché se vanno contro la Juve gli va bene'. E Pino dice: 'E' una  caccia alle streghe, tutto quello che riguarda la Juve ha gli occhi addosso'.  Così come gli occhi addosso ha avuto il De Santis, la cui vita è stata messa ai  raggi x e, se fossero emersi elementi concreti, sarebbero certamente venuti  fuori prima che questi fatti venissero portati a vostra conoscenza. Tutti questi  elementi non possono essere messi insieme in modo parziale perché la prima  regola di un processo indiziario è la valutazione del livello di gravità degli  indizi.
L’11 gennaio, data in cui il De Santis avrebbe già avuto la sim  svizzera, vi è una telefonata tra De Santis e Bergamo ed è successiva a  Parma-Juventus, incontro che Auricchio prima considera come arbitrato in modo  sfacciatamente a favore della Juventus. poi però parla di elemento sdoganante.  In quella telefonata si dice che quell’episodio è più quello che vogliono far  sembrare che quello che è.
In questo processo vi è uno slalom investigativo.  Il discorso non è solo quello della valutazione dei singoli episodi di giochi,  il Pm non contesta frodi sportive commesse occasionalmente da Tizio o da Caio ma  come programma di un'associazione, destinato a favorire Moggi e la Juventus.  Perché non sono state contestate a De Santis? Perché si dice che De Santis è  stato attivo nel primo periodo e non poi nel secondo? De Santis avrebbe portato  un elemento all’associazione nel primo periodo solo arbitrando Lecce-Juventus  nel non sospendere una partita per impraticabilità di campo e Fiorentina-Bologna  con un vantaggio indiretto per le ammonizioni per avere ammonito due giocatori  secondari del Bologna. L’indizio qui non porta da nessuna parte. Si confonde la  tesi con l’ipotesi! E Bergamo in quella telefonata parla di una sfortuna di  essere etichettato nel mondo sportivo in un determinato modo. De Santis si  preoccupa di quello che pensa la gente, tanta è la buona fede! Sempre con  riferimento alle intercettazioni telefoniche, non emerge dalle stesse un  contenuto accusatorio. Non vi è alcuna telefonata in cui il De Santis viene  avvicinato perché compia atti contrari a quella che è la corretta conduzione  della partita. Non vi è nessuna telefonata nella quale vengano promessi denaro o  vantaggi al De Santis. Anzi, questi vantaggi vengono dedotti da una presunta  progressione in carriera del De Santis in un incremento economico in questo  senso. Già questa inconsistenza indiziaria incontra lo stesso corto circuito di  cui sopra. Laddove De Santis non si comporta avvantaggiando la Juventus non  perseguirebbe nemmeno questo interesse personale che sarebbe una maggiore  utilizzazione nelle gare di campionato. Troverete una statistica, una delle  tante, che è relativa al numero degli incontri arbitrati da De Santis che in  quel campionato ha arbitrato meno incontri di Collina, di Trefoloni, di  Paparesta e di Rosetti. Quindi mi chiedo dove sarebbe ravvisabile questo  vantaggio personale. Addirittura è emerso in questo processo che per uno spot  pubblicitario della Ing Direct il Collina nel 2004-2005 percepì centomila euro,  mentre il De Santis non percepì alcunché.
Ritorna alla mente quanto detto dal  Nucini e come le sue dichiarazioni siano state trasfuse nelle accuse. Alcuni  arbitri che avrebbero favorito la Juve sarebbero stati protetti dal punto di  vista mediatico, con riferimento al 'Processo del lunedì', mentre sarebbero  stati svantaggiati quelli che penalizzavano la Juventus. Sotto questo aspetto io  evidenzio come il De Santis, il capo della combriccola romana, che avrebbe avuto  il rapporto privilegiato, non compare in nessuna telefonata successiva a partite  da lui arbitrate con Baldas. Io ritengo opportuno fare ascoltare alcune  telefonate che non devono essere solo lette e che sono emblematiche della  assoluta inesistenza di alcun vincolo tra De Santis e Moggi e la Juventus ma che  anzi vi sia stato un atteggiamento ostile di Moggi nei confronti di De Santis  perché quest’ultimo non aveva alcun profilo di critica.
Vi è  un'opposizione di Capuano di ascoltare telefonate che non sono state trascritte  agli atti del processo.
La presidente Casoria accoglie l'opposizione e  non fa ascoltare le telefonate.
Avvocato Gallinelli: Voglio anche ricordare l’espressione usata da Narducci quando disse che non vi  erano telefonate di altri dirigenti di società se non quelli coinvolti in questo  processo. E il dottor Beatrice disse che nei brogliacci delle telefonate vi era  l'indicazione esatta di tutti gli interlocutori, mentre noi sappiamo che vi  erano errori e dimenticanze che ci hanno impedito di conoscere a pieno l’intera  complessità della vicenda.
Lecce-Juventus del 14 novembre. Tale incontro  viene contestato al De Santis sulla base della dichiarazione di Zeman che disse  che secondo lui le condizioni del campo di gioco non consentivano di proseguire  l’incontro. Il tutto venne rafforzato dal fatto che la Juve si era portata  subito in vantaggio. Emerge dalle telefonate la cui trascrizione è stata  richiesta e che sono determinanti che tutte le conversazioni del De Santis con i  designatori dimostrano l'inconsistenza della dichiarazione di Zeman. Tale  circostanza è stata anche smentita da Del Piero e da Ledesma in quest’aula:  dissero che il De Santis concordò con i due capitani la prosecuzione  dell’incontro, venne fatta una verifica della praticabilità del campo e degli  spogliatoi. Quanto vi sto dicendo è anche rinvenibile in una delle telefonate  escluse dall’accusa, dello stesso giorno della gara, tra De Santis e Bergamo, in  cui l’arbitro dice che farà decidere loro più che decidere lui. E Bergamo:  'Trova l’accordo in maniera che non vi siano polemiche'. De Santis: 'Tanto credo  che non avranno intenzione di giocarla domani, non so se vorranno cominciare a  giocare'. Ciò smentisce le dichiarazioni di Zeman che erano impressioni  soggettive e che si limitò a dire che secondo lui non vi erano le condizioni per  disputare l’incontro. E Bergamo: 'Tieni attaccato il telefono'. Altra telefonata  tra De Santis e Pairetto sempre dello stesso giorno, in cui De Santis spiega al  designatore che cosa è accaduto allo stadio la mattina con gli spogliatoi  allagati e conferma che farà decidere loro. L’ipotesi della combriccola romana  che si è risolta in una bolla di sapone ha condizionato molto le indagini di  questo processo.
Sempre il 14 novembre prima di Lecce-Juventus De Santis dice  a Pairetto che non piove e che si giocherà, forse sulla fascia c’è un po’ un  problema ma per il resto il campo è praticabilissimo. Dalla lettura di questa  telefonata non sarebbe stato doveroso evitare gli slalom interpretativi anche  utilizzando segmenti della dichiarazione di Zeman? Non sarebbe bastata questa  intercettazione? Dato omesso dalla pubblica accusa è il fatto che Cennicola non  è stato più designato per incontro della Juventus. E allora come mai per  Reggina-Juventus si è messo in evidenza che Di Mauro non è stato designato più  per la Juventus e non è stato messo altrettanto in evidenza che Cennicola ebbe  la stessa sorte? Interessava solo quel segmento e badate bene che il Cennicola  ha riferito esattamente il contenuto di quanto emerso nella conversazione in cui  riferiva a De Santis che aveva chiesto un'opinione a Moggi se sarebbe stato più  designato per la Juventus. Si è messo in evidenza che Moggi fece i complimenti a  Cennicola e sia stato valorizzato un elemento insignificante come quello  relativo alla Bergamo-Di Mauro, introdotta dai pm in questo  processo.
Ritornando all’incontro Inter-Udinese del 2001 è emerso che  Facchetti fece i complimenti a Nucini che non aveva ammonito Di Biagio. Tali  complimenti non sono stati considerati sintomatici, mentre un semplice 'bravo'  detto a Cennicola è stato considerato in linea con i presunti illeciti  compiuti.
Mentre Gallinelli completa la sua arringa si diffonde  in aula la notizia che entro domani il documento cui si è fatto accenno in  precedenza, contenenti le dichiarazioni di un pentito sarà pubblico. Esso  conterrebbe anche le motivazioni per cui le intercettazioni ambientali  dell'incontro Della Valle-Mazzini-Bergamo non siano state pubblicate benché  effettuate e cioè perché erano ininfluenti. L'Avv. Furgiuele stamattina ha  anticipato questa cosa, forse conoscendola.
Avvocato  Gallinelli: Il teorema delle ammonizioni mirate è stato mutuato dai  pregiudizi di Nucini in epoca precedente. Le informative parlano di una  telefonata dopo Fiorentina-Bologna, tra un giornalista sportivo e Moggi,  ritenuta sintomatica, in assenza di alcun indizio che parli di un accordo  fraudolento. Ma si dimentica anche un dato che Damascelli crede che i diffidati  ammoniti siano tre e Moggi mostra di accondiscendere a questa fatto, segno che  nemmeno lui sapeva chi effettivamente fosse diffidato. Anche il peso specifico  dei due squalificati non è stato messo bene in evidenza dalla pubblica accusa né  il fatto che i due fossero famosi per essere molto fallosi. Sempre con  riferimento a questa partita appare rilevante un’altra telefonata tra Borsari,  osservatore, e Pairetto in cui l’osservatore dice che de Santis ha fatto una  buona partita, sull’8,60. Nessun rilevo viene mosso a De Santis. Anche per  l’elemento di contestazione in questa partita, le pseudo-intercettazioni  ambientali, come quella del 3 dicembre, un dato non evidenziato è che il  riferimento al terzo interlocutore sia Racalbuto e non De Santis. Badate bene  che tra l’altro in Fiorentina-Bologna, De Santis ammonì anche Miccoli della  Fiorentina che andò in diffida per la successiva che era Fiorentina-Milan.  Inoltre De Santis ammonisce altri due giocatori del Bologna che non erano in  diffida e che potevano giocare la partita successiva.
Sempre su  Fiorentina-Bologna, la prova dichiarativa è il fatto che Gazzoni ha evidenziato  la circostanza che quando è stato sentito a sommarie informazioni gli sono state  fatte sentire delle telefonate e gli è stato detto che da tali telefonate  emergeva il condizionamento del risultato della partita. Questo si chiama  condizionamento!
L'arringa di Gallinelli è proseguita spaziando dalle  incongruenze delle sim svizzere attribuite a De Santis alla ricostruzione  dettagliata del capitolo sulle frodi sportive.
Avvocato  Gallinelli: Abbiamo ricostruito 13 febbraio 2005 Pairetto è in Italia  Bergamo Rosetti e De Santis sono a Francoforte, biglietto aereo c’è Busacca,  assente dal corso a Roma la Sim - stranamente - è attiva in Italia: cosa è  falso? Viene chiamata da numeri di servizio: strano, tanti contatti da zero  secondi. A chi corrispondeva il primo numero contattato dalla sim presunta di De  Santis, perché non l'avete controllato? C’era un certo signor Tavaroli attivo  nel campo delle intercettazioni, nel 2004, Facchetti era presidente dell’Inter,  Nucini va dalla Boccassini. E a proposito: alla Bocassini dell’incontro del  Concord, di Avellino-Messina Nucini davvero non ha detto niente? E tra l’altro  abbiamo anche l’uscita di Tuttosport di oggi che certifica come nel novembre  2004 la Boccassini chiedesse attività tecnica, indagava pure Milano mentre lo  facevano Torino e Napoli. Chiedo l’assoluzione per Palermo-Lecce: la scheda non  è a lui attribuibile.
Il pm Capuano ha annunciato che alla fine  delle arringhe intenderà controreplicare ad alcune accuse incassate durante le  ultime arringhe: il fatto potrebbe comportante l'allungamento di un'udienza del  processo. Con una sentenza che potrebbe andare a finire il 4 o 11  ottobre.
Udienza del 12 luglio 2011 - Arringano le difese dei Della Valle e di De Santis.
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